Massimo Coppo canta per le strade e le piazze di Assisi questo canto

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Massimo Coppo oggi

Passaggio nascosto ad Assisi
 

Assisi, Assisi, tu ora non lo sai,
c'è un passaggio nascosto
per l'Assisi di San Francesco.
Assisi, Assisi, tutto il mondo guarda te,
ritorna al tuo Dio!
*

In questa città Francesco abbandonò
le sue ricchezze e nudo si spogliò;
vestito di sacco in piazza abbracciò
la lieta sorella povertà,
offrendo la sua vita a Cristo.

Lo Spirito del Signore lo trasformò:
una vita di penitenza abbracciò,
soffrendo per la Chiesa del suo Signor,
E In sogni e visioni Dio gli parlò,
per mezzo di lui prodigi operò.

Lo Spirito di San Francesco aleggia,
aleggia ancora sopra questa terra.
Morendo San Francesco ti benedì;
speranza del pellegrino sei tu,
che viene a cercare qui Gesù.

Assisi, Assisi, tu ora non lo sai,
c'è un passaggio nascosto
per l'Assisi di San Francesco.
Assisi, Assisi, tutto il mondo guarda te,
ritorna al tuo Dio!
*

*Questo canto, composto nella comunità di cui fa parte Massimo, ha risuonato ormai da anni in Assisi. Dopo gli ultimi sorprendenti sviluppi della missione, il ritornello è stato modificato così: “Assisi, Assisi, adesso tu lo sai, ritorna l’Assisi di San Francesco. Assisi, Assisi, tutto il mondo guarda a te, ritorna al tuo Dio!”


Un chiarimento scritto da Massimo Coppo stesso sulla Missione "Assisi Assisi!"

San Francesco si schierò apertamente e indissolubilmente dalla parte dei poveri; volle che i suoi frati si chiamassero “minores” e, come si legge nei suoi scritti, dovevano essere lieti di vivere “tra persone di poco conto e disprezzate, tra poveri e deboli, tra infermi e lebbrosi e tra i mendicanti lungo la strada". Di mendicanti ad Assisi ne conosco due o tre, siamo diventati amici, e mi sento “onorato” della loro amicizia. Io mendicante non sono, il mio chiedere - e ricevere - offerte è in relazione a un libro che ho scritto: “Dalla Terra di Assisi e di Francesco lo Spirito di profezia": tradotto in varie lingue e apprezzato da tanti.

Da anni sto sempre ad Assisi, pur essendo poco distante dalla mia comunità “Famiglie di Betlemme” a Rocca Sant’Angelo - 12 chilometri da Assisi -, dove torno saltuariamente. La gente mi chiede perché porto il sacco e, d’inverno, se non sento freddo ai piedi. Rispondo che non sono un fachiro, il freddo lo sento, ma lo offro a Dio. Ben altre le penitenze che offrivano Francesco e i suoi a Dio, per adempiere il mandato di “riparare la casa di Gesù Cristo”, la Chiesa. Sotto i portici, soprattutto di sera vengono anche persone per parlare con me e per pregare. “Cospiriamo” perché si rinnovino in Assisi i prodigi di amore, guarigione, salvezza e lode dell’Assisi antica.

Certo il mio abito evoca quello portato - ben più degnamente - da Francesco e i suoi; e come fu per Francesco, lo scopo ultimo della mia missione ad Assisi è l’amore e il bene della Chiesa. Rispetto però allo scenario in cui visse e operò San Francesco, siamo ormai agli ultimi tempi, è iniziata quella “grande tribolazione” di cui ha parlato Gesù in quel Suo tanto negletto e frainteso “discorso profetico”:  in cui ha elencato i “segni” che precedono il Suo ritorno, ci sono tutti! Ed ecco perché, nelle predicazioni che faccio a voce alta per le strade e le piazze di Assisi e anche altre città, condivido anche brani delle profezie avute da Marcello Ezechiele Ciai, l’uomo a cui devo di essere rientrato nella Chiesa Cattolica, e a cui il Signore ha dato - in periodi di penitenza e malattia - rivelazioni che non hanno uguali nella Chiesa: su Roma, sul Vaticano, su Assisi, sul crollo dell’economia.

E proprio questo "profeta di Assisi", mosso dallo Spirito di Dio, mi suggerì di recarmi a Piazza San Pietro nei giorni del Conclave a pregare lì, su una chiavica, per un Papa francescanamente povero e vicino ai poveri. E fu "Papa Francesco"!

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Pubblichiamo alcune immagini fra le tante riprese da giornali e riviste per il Conclave di Papa Francesco, eletto grazie alle preghiere e alle penitenze della missione di Massimo Coppo.

 

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